Le tradizioni abruzzesi, come tutte le tradizioni regionali, vengono da lontano e portano con sé storie, leggende e significati che si perdono nel tempo. Per questo mi hanno sempre affascinata.
Sarò di parte, ma credo che il Ciancialone sia una delle feste popolari più significative d’Abruzzo: a cavallo tra religione e paganesimo, tra storia e leggenda.
Per il secondo anno di fila, il Ciancialone sarà acceso senza pubblico a causa di questo maledetto Covid!
Ma vorrei ricordare l’atmosfera nel borgo nei giorni di festa, soprattutto per chi non ha mai vissuto questa tradizione magica.
Se mi chiedessero che cos’è il Ciancialone…
Se mi chiedessero che cos’è il Ciancialone, direi che è la festa per eccellenza a Silvi Alta. Un momento in cui tutta la comunità del borgo si riunisce e festeggia, si sente una cosa sola, radunata attorno ad un simbolo della sua storia.
Nella pratica, il Ciancialone è un enorme fascio di canne, alto fino a 10m, intrecciato dai ragazzi maschi e dagli uomini del borgo, come da tradizione che ormai si perde nel tempo. L’atmosfera della festa inizia giorni prima, insieme ai preparativi per costruire il fascio di canne.
Questo “Ciancialone” viene issato nella piazza di Silvi Alta, proprio davanti al nostro Relais Borgo sul Mare, e viene acceso sulla sommità. Per tutta la notte, musiche, balli e festeggiamenti continuano attorno a questo totem simbolico.
Cosa simboleggia? La leggenda del Santo Patrono di Silvi, San Leone, che con una torcia e l’aiuto del Signore allontanò dal borgo i pirati saraceni arrivati per saccheggiare il villaggio. La festa cade il 29 maggio. Una storia iconica, magica e allegorica, che affonda le radici nel medioevo e che forse è una delle tradizioni abruzzesi più antiche.
Il Ciancialone è fratello di altre tradizioni abruzzesi e non solo
Sono tante le feste popolari e le tradizioni abruzzesi in cui si accendono falò. Ci sono ad esempio i Faugni ad Atri a dicembre, o le farchie di Fara Filiorum Petri a Gennaio, per festeggiare la liberazione della città dall’invasione dei Francesi nel 1799, grazie ad un miracolo di Sant’Antonio.
A dire il vero, il miracolo di Sant’Antonio e quello di San Leone somigliano molto e questi fuochi facevano parte delle feste tradizionali pagane, spesso per festeggiare la fine dell’inverno o l’inizio dell’estate.
Sarà questo che le rende magiche: quel mix di storia, cultura, religione, superstizione, magia, antropologia che crea dei simboli che si rinnovano e che continuano a tenere unite le comunità da secoli.
Anche quest’anno, non ci sarà pubblico a ballare, cantare e divertirsi attorno al Ciancialone, ma la voglia di tornare a vivere appieno la nostra tradizione accomuna tutti gli abitanti di Silvi. Spero davvero che il prossimo anno potremmo tornare a festeggiare San Leone come merita!
Ginevra