Silvi Alta: tutto quello che devi sapere
Silvi Alta o Silvi Paese è il centro storico della città di Silvi, che comprende Silvi Marina, Paese, Pianacce ed altre frazioni.
Si trova in provincia di Teramo, ma vicinissima alla città di Pescara.
Silvi Alta, più nello specifico, è un borgo posto su una muratura di archi, sulla primissima collina da cui si ha una vista mozzafiato sul Centro Adriatico, dal Monte Conero (AN) a Vasto (CH).
la storia di silvi alta e silvi marina
Il nome Silvi deriva dal dio Silvano, la divinità italica dei boschi. Pare infatti che nel punto dove oggi si trova Silvi Alta (Silvi Paese) vi fosse anticamente un tempio dedicato a questa divinità. La storia quindi è molto antica. Le vicende di Silvi Alta sono sempre state legate al vicende storiche più ampie, sin dai primissimi secoli della sua fondazione.
In età preromana, Silvi è probabilmente la sede del porto commerciale della città picena di Hatria (oggi Atri), che già rappresentava una florida realtà nella penisola italica.
Dopo le guerre sociali, Atri diventa colonia romana e Silvi resta a servizio della città. In questo periodo il porto commerciale fiorisce, soprattutto per il commercio di vini e come punto strategico per raggiungere la via Salara, che collegava Porto d’Ascoli e Roma.
In età romana il territorio conosce una fioritura incredibile, tanto che Hatria dà origine alla gens Elia, da cui discende l’imperatore Adriano. Secondo alcune interpretazioni, anche il nome del nostro mare Adriatico deriverebbe da Hatria.
Da allora, il punto in cui oggi sorge Silvi Alta, a metà strada tra Silvi Marina e Atri, diventa una vedetta per proteggere la potente colonia.
Con la caduta dell’impero, abbiamo poche notizie su Silvi Alta. Ciò che sappiamo per certo è che già nell’alto medioevo sulla collina è presente un villaggio noto come Castrum Silvae o Torre Belfiore. La chiesa del S.S. Salvatore, che ancora serve la comunità di Silvi Paese, è stata eretta nel 1100 d.C.
Cosa ha spinto i marinai del porto a rifugiarsi su un’altura? Molto probabilmente i continui attacchi pirateschi delle popolazioni provenienti dalla Turchia. Proprio a questi episodi si riferisce la leggenda del Santo Patrono di Silvi, che ti racconteremo più tardi.
Nel Medioevo, ancora legata a Atri, Silvi Alta è sotto il dominio dei re Francesi. Nel 1275, Re Carlo d’Angiò, si trovò a passare proprio in questi luoghi, lasciando un’epigrafe, la cui copia è ancora leggibile sulla facciata laterale della chiesa del Ss. Salvatore, nei pressi dell’Arco Monumentale che segnava l’ingresso al borgo.
In età moderna, Silvi, come tutto l’Abruzzo, passa sotto il dominio spagnolo. Da un lato è un periodo di grande fioritura perché la città di Atri è divenuta città dei Duchi d’Acquaviva, una famiglia potentissima che a cavallo tra il 1500 e il 1600 riuscì ad esprimere perfino il Generale dei Gesuiti, Claudio Acquaviva. Dall’altro lato, il borgo di Silvi vive una vera e propria crisi demografica causata dai continui assedi pirateschi e dalle epidemie.
Basti pensare che alla fine del XV secolo per ovviare allo spopolamento, il Re di Spagna Ferdinando il Cattolico ordina di ripopolare Silvi accogliendo i profughi cristiani provenienti da Dulcigno, una città dell’attuale Albania, conquistata dagli ottomani. A lungo infatti gli abitanti di Silvi Paese sono stati chiamati anche Dulcignotti. Su questa storia però torneremo più avanti.
Sotto il dominio spagnolo viene costruita anche la Torre Cerrano, oggi sede dell’Area Marina Protetta. La torre fa parte di una serie di fortificazioni costiere, per proteggere l’interno dalle invasioni perpetrate via mare. Torre Cerrano, nella fattispecie, aveva il compito di segnalare a Silvi Paese l’arrivo dei nemici, che a sua volta allertava Atri e avviava gli avamposti di difesa.
Il 1700 è segnato da assedi particolarmente cruenti da parte dei Turchi, come quello del 1714. Ma anche da una prima attività imprenditoriale avviata dal Barone di Forcella, che apre la prima fabbrica di liquirizia. Questa attività contrassegna a lungo la vita commerciale di Atri e di Silvi, dove nei primi anni del ‘900 viene fondata la Saila.
Iniziano anche i primi impulsi per affrancarsi dal controllo di Atri, cosa che avviene pienamente solo nel 1806, con l’Istituzione del Regno d’Italia da parte di Napoleone e l’abolizione dei privilegi feudali. Inizia un periodo di fioritura culturale e economica e per secoli Silvi attira ospiti illustri.
Tra questi, Gabriele D’Annunzio è un frequentatore dei casinò e dei locali à la page che iniziano a fiorire tra Silvi Paese e la costa. La forte attrattiva di Silvi verso un turismo alto continua per quasi un secolo. Intanto, a Silvi Marina vengono costruite le prime case di villeggiatura: sono ville signorili, in stile Liberty, destinate alle famiglie altolocate e al loro seguito. Nascono bistrot. casinò, hotel, sale da ballo, circoli culturali che attiravano intellettuali abruzzesi e non. Il borgo di Silvi Alta prende invece la sua caratterizzazione di borgo marinaro: lì restano a vivere le famiglie di pescatori, mentre le ricche famiglie Atriane e Silvarole si trasferiscono sulla costa, fondando de facto Silvi Marina.
Nel 1937 gli imprenditori Menozzi e Barabaschi fondano la Saila, la fabbrica di caramelle che tutt’ora è un marchio famoso e riconosciuto a livello globale. La sede produttiva è ancora al centro di Silvi Marina. In inverno, nelle giornate umide di mareggiata, la città si riempie di odore di menta e liquirizia.
Questo exploit prosegue fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando la costa abruzzese cade in mano ai tedeschi, molti dei quali diretti sul sanguinoso fronte del Sangro. La battaglia di Ortona, una città costiera a circa 40 min da Silvi Marina, è famosa anche come la Stalingrado d’Italia, tanto fu cruenta.
In questo periodo, i bombardamenti che colpiscono la costa (a Pescara i segni sono ancora visibili) non risparmiano neppure Silvi Alta. La presenza di fondaci e strutture sotto il livello del suolo, però, spinge molti abitanti della costa a tornare al borgo, per trovare riparo dai bombardamenti all’interno di questi fondaci.
Entro la fine della guerra, quasi 6000 abitanti di Silvi Alta vengono sfollati ad Atri, che accoglie anche le popolazioni di Chieti e Pescara.
Nel dopo guerra la situazione torna progressivamente nella norma. Fino agli anni ’70 Silvi è un luogo di movida prediletto per tutta la costa Adriatica, attirando nei suoi locali cantanti famosi, attori, giovani e “Signori”. Questa vocazione le vale il nome di Perla dell’Adriatico.
Il termine “Signori” è il modo in cui nel dopo guerra gli abitanti di Silvi, spesso pescatori o comunque non ricchi, chiamano i villeggianti che vengono a trascorrere l’estate nelle loro case. I silvaroli abbandonano le abitazioni per stiparsi in garage e seminterrati, ma guadagnando così un gruzzolo prezioso dagli affitti estivi.
Inizia la vocazione turistica che caratterizza Silvi Marina, senza mai abbandonarla. Il borgo di Silvi Alta invece vive una fase di spopolamento e viene dimenticato dalle mappe turistiche.
Intanto, il tipo di turismo balneare di Silvi vira verso un turismo famigliare, facendo anche leva sulle acque basse e sabbiose, l’acqua pulita Bandiera Blu e la presenza dell’AMP Torre del Cerrano. A partire dagli anni 2000, inizia la progressiva rinascita anche di Silvi Paese, che diventa luogo privilegiato per fiere e feste estive.
Oggi, Silvi Paese è di nuovo l’elemento trainante del turismo a Silvi. Attira visitatori da ogni luogo, affascinati dalla vista meravigliosa, dalla posizione comoda per raggiungere il mare, le montagne e i borghi. La sera in estate sono aperti tanti locali dove gustare le tipicità locali o lo street food, e turisti e locali si affollano sul belvedere. Trovi spesso mercatini, spettacoli musicali ed eventi che oggi fanno del borgo di Silvi Alta una delle migliori attrattive turistiche del territorio.
Cosa fare a Silvi Alta e dintorni
Silvi Alta oggi è un luogo che attira turisti italiani e stranieri, ecoturisti, coppie, giovani e famiglie. Una platea variegata, che sale al borgo di Silvi per:
- Ammirare il panorama a dir poco incredibile dalla loggia di Silvi Alta, da dove è possibile guardare la costa adriatica dal Monte Conero a Vasto;
- Mangiare o bere in uno dei tantissimi locali aperti la sera d’estate;
- Scoprire mercatini, teatrini, spettacoli musicali ed eventi;
- Raggiungere la vicinissima spiaggia di Silvi Marina o l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano;
- Scoprire il territorio attraverso le visite guidate a Silvi Paese e dintorni.
Ma Silvi Alta è anche un ottimo punto di partenza per visitare le altre bellezze abruzzesi, grazie alla vicinanza dal casello autostradale e della stazione ferroviaria:
- Il Gran Sasso d’Italia;
- Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise;
- Il Parco Nazionale della Majella;
- Il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga;
- I numerosi parchi regionali e le riserve naturali;
- L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano;
- Le città d’arte come Atri o Penne;
- I borghi montani con una tradizione artistica artigiana impareggiabile: Pescocostanzo, Scanno, Castel del Monte;
- I borghi sospesi nel tempo: Santo Stefano di Sessanio, Campo di Giove, ma anche la modernissima Aielli, sede di Borgo Universo tappezzato di Murales;
- I castelli e le testimonianze storiche: Rocca Calascio, Rocca Scalegna, Civitella del Tronto;
- La vicinissima Pescara con i suoi locali per la movida e i negozi per lo shopping;
- La costa dei Trabocchi, a Sud dell’Abruzzo;
- I borghi marinari “fratelli” di Silvi Alta: Mutignano, Montepagano, Città Sant’Angelo;
- Le colline dei dintorni, ricche di agriturismi dove provare gli incredibili prodotti tipici;
- Le cantine vinicole abruzzesi, con vini d’eccellenza.
Esperienze autentiche nell’Ospitalità Diffusa Silvi
Se vuoi fare un’esperienza ancora più unica e autentica a Silvi Alta, scegli uno dei nostri Servizi su prenotazione:
- Wine or Whiskey tasting;
- Cooking class di pasta fresca;
- Laboratorio di conserva di pomodoro.
cosa mangiare a silvi paese
La cultura marinaresca contraddistingue la cucina tipica silvarola, che però è arricchita anche dalla tradizione contadina abruzzese.
Tra i piatti da non perdere assolutamente, quindi, i numerosi piatti a base di pesce. Tra questi troneggia il brodetto, una zuppa tipicamente preparata dai pescatori. Da assaggiare, anche la pasta con il battuto di alici dell’Adriatico, le fritture di pesce, i lumaconi di mare qui chiamati “li bbummalitte” ecc.
Ci sono poi gli snack tipici dei pescatori, spesso cucinati nelle famiglie ma difficili da trovare al ristorante: l’alice sotto sale fritta e infilata nel peperone crusco fritto; il pane galluccio, lasciato cuocere con aglio, olio, rosmarino e peperone secco.
Per chi non ama il pesce, invece, la scelta dei piatti di carne è molto varia e risente dell’influenza della grande cultura culinaria teramana. Ecco una lista (non esaustiva) dei nostri piatti preferiti:
- La pasta alla chitarra con le pallottine (polpettine) al sugo e il timballo alla teramana non mancano mai sulla tavola delle feste a Silvi;
- Le scrippelle mbusse, ovvero crepes arrotolate e ripiene di parmigiano, immerse nel brodo di carne;
- Pipindune e ove, cioè peperoni fritti con l’uovo;
- Agnello cace e ove, tipico della tradizione di Pasqua;
- Pallotte cace e ove, delle polpette di pane, formaggio e uovo, fritte e immerse nel sugo;
- Gli arrosticini, emblema dell’abruzzesità;
- Il formaggio pecorino fritto;
- La ventricina teramana, un salume spalmabile speziato e saporito (da non confondere con la ventricina vastese, che invece è un salame piccante delizioso);
- La pasta allo “sparone”, una sorta di cannellone che si lessa avvolto da uno strofinaccio, ossia lo sparone;
- La pizza dogge, la torta per antonomasia delle feste, a base di pan di spagna bagnato con alchermes e ripieno di crema pasticcera e crema al cioccolato.
- La scrucchjata d’uva, ossia una marmellata ottenuta dall’uva nera di Montepulciano, senza zuccheri, usata in numerosi dolci tradizionali;
- Le virtù, la zuppa teramana tipica del Primo Maggio a base di pasta, legumi e verdure: un’antica ricetta per consumare tutti gli avanzi dell’inverno, senza sprecare cibo;
- Il ciabbotto, uno spezzatino di patate, peperoni, cipolla, melanzane e zucchine, lasciati cuocere a lungo insieme.
La tradizione vinicola abruzzese è incredibile e ci sono cantine che rappresentano l’eccellenza a livello mondiale. Silvi Alta è in una posizione strategica, piuttosto centrale in Abruzzo: un ottimo punto di partenza anche per chi desidera partire all’esplorazione enoturistica.
I vini tipici del territorio sono:
- vino rosso Montepulciano d’Abruzzo;
- vino rosato cerasuolo d’Abruzzo;
- vini bianchi: passerina, pecorino, coccociola.
La tradizione dei liquori abruzzesi è altrettanto eccellente:
- liquore di genziana;
- ratafia a base di amarene;
- centerbe, estremamente alcolico, a base di erbe.
Alcune curiosità su Silvi Alta che dovresti assolutamente conoscere
Ora ti raccontiamo alcune curiosità incredibili su Silvi Alta. Alcune le abbiamo già menzionate nella sezione sulla storia di Silvi.
La leggenda di San Leone e la festa del Ciancialone
La Leggenda del Santo Patrono di Silvi, il santo protettore, è ambientata al tempo delle invasioni turche. Mentre gli invasori si avvicinavano al borgo, un giovane di nome Leone brandisce una torcia e la croce per difendere la città e si dirige verso i nemici.
La torcia diventa sempre più incandescente e luminosa, tanto da spaventare i soldati turchi. Secondo alcune versioni della leggenda, sarebbero scappati senza combattere. Secondo altre versioni, pensarono che il borgo fosse già stato incendiato.
Ad ogni modo, con il suo coraggio, Leone salva Silvi Alta dall’ennesimo assedio. Secondo un’altra leggenda, durante un terribile terremoto che sconvolse Silvi nel ‘700, il parroco del borgo pregò che cessassero le scosse invocando il Signore con la reliquia di San Leone.
In suo onore, il 29 maggio si festeggia la festa patronale di San Leone, con la tradizionale accensione del Ciancialone. Si tratta di un insieme di canne che costruiscono un’enorme torcia, che può arrivare quasi a 30 metri, che viene accesa al centro della piazza di Silvi Paese per tutta la notte. Il Ciancialone ricorda proprio la torcia con cui il Patrono ricacciò i turchi.
Cervantes, Don Chisciotte e la bella Dulcinea
Uno storico locale ha ipotizzato qualcosa di molto interessante. Ai tempi dei Duchi d’Acquaviva, lo scrittore spagnolo Cervantes, autore del Don Chisciotte, si trovava ad Atri a servizio di uno dei duchi, che avrebbe ispirato alcuni dei personaggi dell’opera.
La figura della bella Dulcinea, amata da Don Chisciotte, potrebbe essere ispirata proprio a una ragazza di Silvi Alta. L’idea nasce dalla presenza dello scrittore nel nostro territorio e dall’assonanza tra il nome Dulcinea e la parola Dulcignotta, con cui sarebbe stata chiamata una donna di Silvi ai tempi, dopo che il borgo fu ripopolato dai profughi di Dulcigno.
La secret Cave
Una terza curiosità vogliamo dirla proprio noi: abbiamo inserito nel circuito dell’Ospitalità Diffusa la taverna M91 – The secret cave.
Un luogo che abbiamo deciso di non pubblicizzare, dove gli ospiti solo su richiesta possono prenotare una degustazione di vino o di whiskey, in un ambiente raffinato e caldo, ma domestico.
Sarai capace di trovarla tra i vicoli di Silvi Alta?